mercoledì 21 settembre 2011

La strada di alcuni porta in quel di Careggi, la strada di altri porta a Londra

Ormai il tempo della vecchia scuola, delle interrogazioni, della vita impacchettata (tanto odiata, ma altrettanto comoda e facile) è finito da un bel po'. Il fatto di aver continuato a studiare, però, ha reso l'approccio alla vita reale più blando. Non posso dire che lo stesso sia stato per molti dei miei amici, la maggior parte dei quali ha un lavoro, o spera ancora di trovarne uno decentemente retribuito. Proprio tra gli aspiranti lavoratori c'è A., una delle mie più care amiche. Ieri ci ritroviamo a prendere un caffè vicino casa (dal Piansa) e mi dice: "Vedi Bene, mi sono rotta le scatole di lavori saltuari, che ti prendono per un mese e poi ti cacciano via, di lavoretti in cui dei contributi nemmeno l'ombra, sempre a nero, contratti con la solidità di un castello di carte. Me ne vado." Io, con gli occhi sgranati e la bocca che ormai toccava terra: "..e dove hai intenzione di andare??"" A Londra!!" Porca miseria!! Se ne va a Londra!! Già altri amici sono partiti, poi tornati, ma li consideravo più grandi e forse anche un po'ingenui. Andavano via sperando di ritrovare loro stessi, di tornare a casa avendo raccolto chissà quali fortune e poi rimanevano per mesi, mantenuti dalle famiglie, a vivere senza regole in una qualunque città. Ma stavolta a partire non è un amico, ma la mia migliore amica. Quindi, malgrado la considerazione per la sua scelta sia decisamente migliore, il dispiacere per la sua partenza è totalmente indescrivibile. Parte il 19 ottobre, 10 giorni dopo il suo compleanno "per passarlo con tutti voi, soprattutto con te e la mia famiglia" e tornerà quando ne avrà voglia "il che potrà essere dopo 2 settimane, dopo 4 o 5 mesi o mai Bene, se riesco a creare qualcosa lì. Non intendo chissà quali ricchezze, ma se riesco a trovare un lavoro, riesco a farmi degli amici, ad imparare la lingua..insomma se riesco a trovare una parvenza di solidità che quì non riesco a trovare, rimango. Non mi precludo nulla." Ci ho pensato tanto.
In effetti è facile per me, io ho già scelto quale sarà la mia strada e ho anche avuto la fortuna, diversamente da tanti che sono rimasti fuori, di avere la possibilità di realizzarla. Per noi sarà diverso: tanti anni di durissimo studio, seguiti però dalla concreta speranza di trovare un lavoro, per me, indubbiamente, il più bello di tutti. Per chi invece non ha nè la costanza, nè la voglia di studiare (oddio..ci metterei dentro anche molti laureati in facoltà senza sbocchi) il futuro è decisamente molto più incerto. I contratti fanno schifo: ti assumono per 3 mesi, ti rinnovano il contratto quanto basta loro per non assumerti a tempo indeterminato, malattia non retribuita, di ferie neanche se ne parla. E' comprensibile che i ragazzi, esasperati, lascino l'Italia per cercare fortuna altrove. Ma lasciando l'Italia lasciano anche incolmabili vuoti dentro!! Eh si..adesso non c'è più nessuno a dirti cosa fare, non c'è più qualcuno che ti costruisce la vita al posto tuo. Per questo vorrei fare un in bocca al lupo a A. e a tutti quelli che, come lei, hanno preso in mano il loro futuro e hanno avuto il coraggio di fare scelte difficili, come quella di partire. Speriamo che il nostro Paese un giorno possa cambiare, lasciando ai giovani il diritto di non dover scegliere tra il lavoro e le persone care.

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