domenica 13 marzo 2011

Una Blogger di Tokyo

Chi come noi pubblica i propri pensieri su un blog, ma diversamente da noi sta vivendo una catastrofe scrive:
<A Tokyo sono stati interrotti i trasporti pubblici, come la metro e la linea ferroviaria metropolitana Jr, con il risultato che c'erano centinaia di persona bloccate, senza alcun mezzo per tornare a casa (Tokyo è un enorme agglomerato urbano che riunisce 23 "quartieri speciali" e una popolazione di 12 milioni di abitanti). Molti hanno deciso di andare a piedi, come ho fatto io, mentre altri si sono fermati negli hotels o in qualche posto sicuro. Per fortuna non indossavo tacchi alti e non avevo portato con me una borsa pesante: per percorrere una tratto di strada che di solito richiede 10 minuti di cammino, ci ho messo due ore e mezza: e mi è già andata bene!!
Non siamo ancora fuori pericolo, non possiamo tirare il fiato, dal momento che ci sono scosse continue. Un altro grande terremoto ha sconvolto Nagano proprio questa mattina. Adesso vado a preparare del riso, per evitare di doverlo fare più tardi, quando tutti vogliono cucinare e c'è perciò maggiore richiesta di elettricità. Proprio ora c'è stata un'altra scossa. Va bene, esco.>
["la Repubblica" del 13 marzo]

giovedì 10 marzo 2011

Il segnale di un pianeta che sta cambiando

..e il popolo maghrebino ha perso la testa, o finalmente ha realizzato di averne una??
I bombardamenti continuano, Zawiya è assediata da due settimane, senza acqua, elettricità e telefoni, eppure la gente continua a combattere. Non si piega perchè ha un motivo per cui combattere, da sempre il più nobile e conteso di tutti: la libertà.
Da “la Repubblica” dell'8 marzo: “Gheddafi ha mandato un emissario dai ribelli, vuole trattare in cambio di un salvacondotto per sé e la famiglia [..]. I ribelli: <..una via d'uscita onorevole per Gheddafi è impossibile, il sangue versato dai nostri martiri non si cancella>.” e ancora “Iniziata come una protesta popolare, la rivolta ormai da giorni ha tutti i caratteri della guerra civile”.
La popolazione viene uccisa indistintamente, eppure ha ancora il coraggio di lottare. Uomini che scendono in piazza senza la paura di morire sono rivoluzionari. E, per come la vedo io, nel bene o nel male, una Rivoluzione è una forma di evoluzione, che porta a cambiamenti radicali. Vada come vada, questo è un segnale: il segnale di un pianeta che sta cambiando.
Sarà mica che il mondo si evolve senza di noi??

La guerra di Piero - Fabrizio De Andrè